Dramma musicale in tre atti di R. Wagner,
autore anche del libretto. Eseguita per la prima volta il 10 giugno 1865
all'Hof- und Nationaltheater di Monaco, l'opera fu composta da Wagner tra il
1857 e il 1859 in Svizzera e a Vienna, dove il musicista si era rifugiato con
l'animo sconvolto dall'infelice passione per Mathilde, moglie dell'industriale
svizzero Otto Wesendonck. La concezione del
T.
e I. fu influenzata
dalla lettura di Schopenhauer, nel cui pensiero filosofico Wagner trovò
intime corrispondenze con il suo stato d'animo: “Il suo pensiero cardine,
la definitiva negazione della volontà della vita è terribilmente
tragico, ma l'unico che veramente riesca liberatore”. Il
T.
e
I. è il poema della passione amorosa vissuta fino alle estreme
conseguenze, all'annientamento nel non-essere. Musicalmente Wagner risolse
questa tensione dell'eros in un cromatismo esasperato, aprendo in tal modo la
strada a Schönberg e agli altri maestri della scuola viennese, con i quali
si giungerà alla distruzione completa del linguaggio tonale. Wagner
rielaborò il soggetto di un poema germanico del XIII sec., di Goffredo di
Strasburgo, introducendo una variante significativa: Tristano e Isotta si amano
senza saperlo e il filtro li induce soltanto a confessarsi il loro reciproco
amore. L'azione si svolge in Cornovaglia e in Bretagna, in epoca remota e
imprecisata. Atto I: Tristano (tenore) sta conducendo con la sua nave la
principessa irlandese Isotta (soprano) in Cornovaglia, dove la giovane
sarà sposa del vecchio re Marke, zio di lui. Lo scudiero Kurwenal
(baritono) canta una canzone nella quale ricorda che Morold, fidanzato di
Isotta, è stato ucciso in combattimento da Tristano. Isotta racconta alla
sua ancella Brangäne (mezzosoprano) di avere un giorno raccolto e curato un
cavaliere ferito che le aveva detto di chiamarsi Tantris, il quale non era altri
che Tristano. Ella ordina a Brangäne di preparare un filtro di morte per
Tristano. Poco prima dello sbarco, offre al cavaliere la coppa preparata
dall'ancella. Tristano beve soltanto metà della coppa perché
Isotta gliela strappa di mano e beve il rimanente. Ma i due non morranno,
perché Brangäne ha sostituito la bevanda mortale con un filtro
d'amore. Immobili per un attimo, Tristano e Isotta si contemplano, poi si
abbracciano. Atto II: in una notte estiva, mentre re Marke è lontano per
una battuta di caccia, Tristano e Isotta si ritrovano. Insieme cantano l'inno
alla notte, dimentichi di tutto finché, vicina l'alba, Brangäne non
li esorta invano a separarsi, temendo soprattutto il tradimento di Melot, che
odia Tristano. Essi vengono sorpresi da re Marke (basso) che rimprovera
tristemente Tristano. Il cavaliere dichiara che andrà in esilio e chiede
a Isotta se vuole seguirlo, ma Melot improvvisamente lo ferisce con la spada.
Atto III: il fido Kurwenal ha portato Tristano ferito nel suo castello in
Bretagna. All'annuncio dell'avvicinarsi della nave di Isotta, Tristano si
trascina fino alla spiaggia e muore invocando il nome dell'amata. Isotta cade
svenuta accanto a lui. Re Marke, sbarcato intanto con i suoi, racconta di aver
saputo da Brangäne la storia del filtro e di essere venuto appunto per
perdonare Tristano e riunirlo a Isotta. Ma tutto è inutile: nella morte,
che sopraggiunge anche per Isotta, si compirà il destino dei due amanti.
Tra le arie più celebri citiamo:
Preludio;
O sink'
herneider,
Nacht der Liebe (Su noi discendi notte arcana) (Tristano e
Isotta, atto II);
Mild und leise (Dolce e calmo) (morte di Isotta, atto
III).